Come orientarsi nell'universo degli integratori alimentari
(pubblicato 05/ott/2012 08:51 da Igi Pitt su altro blog)
Capita spesso di sentir parlare di integratori alimentari o comunque di sostanze dagli effetti miracolosi (es. ginseng, propoli, estratti di semi di pompelmo, olio di pesce, aloe vera e quant'altro) . Il problema che si pone sempre è quello di distinguere tra le bufale e la verità, tenendo presente che anche la verità ha molte sfaccettature. In questo post voglio tentare di dare un contributo alla questione.
Cominciamo con una storiella
"Eh, ho giocato a tennis 2 ore con gente molto più giovane di mè ma piena di dolori articolari. Io sto benissimo, nessun problema e sai perchè? Perchè prendo un integratore alimentare che faccio venire direttamente dagli Stati Uniti e previene tutti i problemi articolari. Sono anche stato a vedere gli stabilimenti di produzione, dovresti vedere che roba! Igiene perfetta, usano solo prodotti di altissima qualità, tutti testati nei loro laboratori. Sono anni che lo prendo e mi sono passati tutti i mali, mi sento un giovane. Si conduco anche una vita sana, non bevo, non fumo, mangio sano, mangio pesce, verdure frutta, tutto biologico sai? E poi non bevo l'acqua del rubinetto, no, me la filtro da solo l'acqua con un prodotto che viene dall'america! Non bere l'acqua del rubinetto che è piena di cloro e, lo sai vero, che il cloro è praticamente arsenico! L'acqua qui ha Udine è piena di arsenico, anche 10 volte i limiti consentiti dalla legge. Ma sai comè, ci sono sempre le deroghe"
Fintanto che parlava di integratori e della sua salute, sebbene eccessivo e pieno di sè, l'ho ascoltato senza troppa attenzione. Poi quando ha detto che il cloro è praticamente arsenico e che l'acqua di Udine era piena di arsenico, ho cominciato a pensare. Il tizio non dava certo l'idea di essere uno affidabile, ha detto tante cose di cui io non sapevo quasi nulla, però ha detto anche la cazzata, ovvero che il cloro è praticamente arsenico. Ora che molti composti del cloro fossero tossici lo sapevo anch'io, che il cloro usato per la disinfezione dell'acqua fosse tossico lo sapevo, visto che uccide i microorganismi, ma che fosse "praticamente arsenico" ....
Comunque sia, anche se non preoccupato, arrivato a casa vado a cercare i dati dell'acqua di Udine, e trovo in particolare le analisi effettuate dalle autorità sanitarie in vari anni e periodi dell'anno e scopro che le quantità di arsenico misurate sono irrilevanti, praticamente presenti in traccie e molto al di sotto dei limiti sanitari. Certo tutto si può falsificare ma era più probabile che il falsificatore (magari in buona fede) fosse il tizio amico del barbiere. Ok, rimaneva la questione del famoso integratore, la glucosammina, una bufala anche quella? Digito "glucosammina" su google e mi compaiono 280000 risultati. Faccio la ricerca in inglese "glucosammine" e ne compaiono 2.300.0000. E' molto difficile cercare tra 2.300.000 risultati le fonti attendili. La maggior parte delle voci è spazzatura, pubblicità, siti di palestre, centri fitness, pareri individuali.
Come giudicare.
Quando devo scrivere qualche frase particolare in inglese che non sò tradurre dall'italiano, nel senso che, pur essendo grammaticalmente corretta, non sono certo che in inglese si dica proprio così, faccio una ricerca della frase (in inglese) con google. Se questa compare molte volte in siti anglofoni ed autorevoli e se dal contesto capisco che viene usata come la intendevo io allora la prendo per buona. Nella sostanza uso il criterio che più la frase è diffusa nei posti giusti e più è probabile che sia corretta. Ma, nel caso degli integratori questo criterio non funziona, perlomeno in questa versione banale. Infatti un integratore è un prodotto commerciale e ci possono essere centinaia di aziende che lo producono, migliaia di aziende lo distribuiscono, centinaia di migliaia di negozi al dettaglio che lo vendono e milioni di consumatori. Se digitate ad esempio "aloe vera" vi compaiono circa 50 milioni di riferimenti, la maggior parte dei quali di natura commerciale propensi per loro natura a realizzare un guadagno piuttosto che a ad indagare sulle virtù di un prodotto. E allora?
Allora bisogna cercare nei siti giusti ovvero nei siti di istituzioni o associazioni che non abbiano interessi commerciali e che siano affidabili. Affidabili è una parola grossa. Faccio un esempio: anche un'associazione di macrobiotici non ha (o non dovrebbe) avere scopo di lucro, ma spesso (ma non sempre) i macrobiotici sono degli alternativi, con una mente troppo orientata alle fantasie che alla ragione. Proprio alla ragione conviene invece affidarsi ed in questo caso ragione significa scienza. Ma affidarsi alla scienza, se non si è scienziati e per giunta specializzati nel settore, può essere difficile. Nel caso degli integratori se ci interessano gli effetti sulla salute dobbiamo necessariamente riferirci alla letteratura medico-scientifica, il che sostanzialmente significa andare a spulciare nelle riviste mediche tipo "Lancet", "New England Journal of Medicine" solo per citare le due più famose. In realtà ci sono alcune centinaia di riviste medico-scientifiche di autorevolezza internazionale ed in più ci sono gli atti dei congressi, qualche centinaio ogni anno. Il problema è poi complicato dal fatto che ogni rivista pubblica dai 100 ai 1000 articoli all'anno e che le riviste + autorevoli hanno online decine di annate. Come se non bastasse l'accesso è riservato e potete accedervi solo se siete nell'ambiente medico-universitario oppure pagando la visione di ogni articolo. Magari fosse finita qui. Ogni articolo che trovate deve poi essere letto (in inglese ovviamente). Certo potete leggere solo l'abstract (sommario) che è sempre disponibile gratuitamente per decidere se scartare l'articolo e nel caso parli di ciò che cercate, potete limitarvi a leggere le conclusioni. Ma le conclusioni sono zeppe di tecnicismi statistici e pertanto o avete delle solide basi scientifiche o non ci capite nulla. Ma anche ammesso di capirci qualcosa la lettura di uno, due o comunque pochi articoli sull'argomento non è sufficiente. Così come "una rondine non fà primavera" un articolo scientifico non sanziona una verità, o perlomeno questo dice il metodo scientifico. Infatti un lavoro "scientifico" può essere falso o tendenzioso oppure può omettere parte della verità ed essere indirizzato verso certi aspetti piuttosto che altri, anche in funzione di chi ha sovvenzionato la ricerca. Prima che una conclusione venga accettata come verità dalla comunità scientifica si devono produrre molti studi sull'argomento da parte di gruppi diversi ed indipendenti gli uni dagli altri. Nel caso di nuove scoperte si devono attendere anni di studio e lavori prima che la scoperta sia comunemente accettata. Questo almeno nell'ambiente scientifico. Ovviamente una multinazionale del farmaco o degli integratori avrà tutto l'interesse a diffondere pubblicamente anche risultati non ancora convalidati da studi multipli, perlomeno se riguardano un loro prodotto, ma questa si chiama pubblicità, non è scienza (vedi il caso del vaccino per l'aviaria)..
E allora?
Allora dobbiamo affidarci a quelle istituzioni sanitarie governative che hanno come compito istituzionale quello di esprimere pareri sui prodotti, nel nostro caso sugli integratori alimentari. Ogni nazione avanzata ha istituzioni simili ed in particolare ce l'hanno l'Europa, gli USA ed il Canada. Rimanendo in Europa ogni anno la commissione europea incarica l'EFSA (European Food Safety Authority) di esprimere opinioni circostanziate riguardo a nuovi prodotti alimentari ed integratori. Esiste una rivista dell'EFSA,
ad accesso pubblico, in cui sono raccolte le opinioni espresse. Accedete e digitate il nome della sostanza che vi interessa, ad esempio "glucosamine" (in inglese naturalmente) e vi compaiono 7 articoli che la riguardano, ovvero 7 opinioni espresse in vari anni. La più recente ad esempio (al tempo cui cui scrivo questo post) ha il titolo
ed esprime il parere sui presunti effetti benefici della glucosammina sulle cartilagini delle articolazioni . Se leggete il sommario vedrete che la commissione è andata a fondo, ha considerato una sessantina (!!! fatelo voi autonomamente!) di pubblicazioni scientifiche sull'argomento, le ha sommariamante commentate e conclude:
"The Panel concludes that a cause and effect relationship has not been established between the consumption of glucosamine and maintenance of normal joint cartilage in individuals without osteoarthritis."
Insomma conclude che non ci sono elementi sufficenti a dimostrare un rapporto di causa-effetto tra il consumo di glucosammina e il mantenimento di un buono stato di salute delle cartilagini in individui che non soffrono di osteoartrite.
Un'altra grande risorsa e MedlinePlus, il sito nel NIH (National Institute for Health) americano:
Digitate "glucosamine" e vi escono circa 60 risultati essendoci qui anche i riferimenti a studi esterni.
Buon divertimento a tutti.
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