Quando ero bambino sentivo dire che l'aglio era un ottimo rimedio contro i vermi. Vero o no, considerato che i vermi intestinali non sono più un grande problema, perlomeno nelle società avanzate, la questione ha poca importanza. Quel che è certo è che l'aglio nella tradizione popolare è considerato un toccasana per svariati disturbi e più in generale un alimento con diverse proprietà benefiche. E' anche vero che i grandi consumatori d'aglio puzzano di un fastidioso odore emanato dall'alito ma soprattutto dalla pelle e pertanto prima di decidere di mangiare aglio, magari crudo, uno ci pensa sù due volte. Se lo mangiassero tutti probabilmente l'olfatto perderebbe la sensibilità e l'inconveniente svanirebbe nel nulla, credo, ma almeno in Italia, grandi dosi di aglio non se ne mangiano, se non saltuariamente e generalmente cotto. In Slovenja invece pare che tutti o molti lo mangino ( quanti viaggi ho fatto in apnea nella cabinovia del Lussari, con sciatori sloveni che alle 10 del mattino trasudavano aglio).
L'aglio per molti è un ingrediente indispensabile in cucina, penso ad esempio al sugo di pomodoro, ma cosa c'è di vero sulle proprietà salutistiche dell'aglio? In questo post vorrei indagare sulla questione.
Lunedì 30 Settembre 2013,
Tra le svariate monografie di carattere scientifico interamente dedicate all'aglio, vedi ad esempio questa, ho trovato una vera chicca (clicca qui per scaricarla)
GARLIC, A MEDICAL DICTIONARY, BIBLIOGRAPHY, AND ANNOTATED RESEARCH GUIDE TO INTERNET REFERENCES di J.N. Parker e P.M.Parker, ICON Health Publications, 2003.
Si tratta di un libro rivolto a medici ed istituzioni sanitarie che raccoglie informazioni e metodologie di ricerca delle stesse per quanto riguarda la ricerca sull'aglio sul web aggiornata al 2003. In pratica fà quello che cerco di fare sempre io, ma in modo sistematico ed approfondito, assolutamente da leggere! Il grosso problema è che si tratta di un libro datato 2003 che parla di una tecnologia (il web) che dal 2003 ad oggi ha visto enormi cambiamenti e la maggior parte dei link che riporta non sono più validi . Pertanto, sebbene l'impostazione del libro rimanga assolutamente valida i dettagli operativi non lo sono più. Comunque la pubblicazione contiene i riferimenti di migliaia di articoli della letteratura medico scientifica, praticamente tutto ciò che è stato scritto su aglio e salute fino al 2003.
Prima di cominciare ad analizzare le evidenze scientifiche sugli effetti dell'aglio è bene fare alcune precisazioni. In generale bisogna dire che per svariati motivi non è semplice studiare gli effetti del consumo di aglio (o altri alimenti di uso comune) sulla popolazione. Per chiarire questa affermazione si consideri il seguente esempio.
Supponiamo di aver selezionato un campione di 10000 soggetti disponibili ad un esperimento per i prossimi 10 anni per valutare l'effetto di prevenzione dell'aglio rispetto alle patologie cardiocircolatorie. Ad ogni soggetto viene somministrato un questionario sulle sue abitudini alimentari e tra le domande ci mettiamo
1) "quanti grammi di aglio al giorno consuma mediamente?"2) "usa aglio fresco o aglio secco in polvere?"
3) "mangia aglio crudo o aglio cotto e nel caso, che tipo di cottura esegue?"
Se provate a rispondere a tali domande, vi troverete mediamene imbarazzati. Ad esempio io uso comunemente l'aglio in cucina (fresco ma cotto) ma non ho idea di quanti grammi al giorno ne consumo. Potrei dire 2-4 spicchi alla settimana, ma ci sono spicchi piccoli e spicchi grandi e non sò quanto pesa uno spicchio. Non solo, quando metto l'aglio nel sugo di pomodoro, dopo la cottura lo tolgo e non ho idea di quanto aglio rimanga effettivamente nel sugo. Molti soggetti che non cucinano personalmente, probabilmente non sanno nemmeno se la moglie (o il marito) lo usano e non hanno idea se lo usino fresco o in polvere, crudo o cotto. Pertanto i risultati del questionario saranno inevitabilmente poco accurati. Il problema potrebbe essere superato se i soggetti si dichiarassero disposti a consumare per i prossimi 10 anni una dose di aglio stabilita direttamente dai ricercatori, magari cruda. Ma in tal caso, i costi della ricerca lieviterebbero, diventerebbe comunque difficile trovare i volontari e comunque non ci sarebbe la possibilità di verificare che i soggetti utiizzino davvero le dosi prescritte. Inoltre c'è da aspettarsi che chi accetta appartenga al gruppo di persone più consapevoli ed attente alla propria salute e quindi che segua delle abitudini alimentari già piuttosto sane, al punto che poi risulterebbe difficile discernere tra gli effetti del consumo di aglio ed una dieta salubre di suo. Un'altro problema è che chi consuma molto aglio potrebbe essere un grande amante dei vegetali e consumare molta frutta e verdura e quindi gli eventuali risultati positivi potrebbero essere dovuti a tale abitudine piuttosto che all'aglio.
Aglio e cancro
Ci sono diversi studi che indicano gli effetti protettivi del consumo di aglio, crudo o cotto, rispetto a varie forme di tumori. Questa pagina pubblicata dal National Institute of Health, l'istituto di sanità americano, ne è un ottimo resoconto e conclude che, sebbene siano necessari approfondimenti, l'aglio ha la capacità di prevenire diversi tipi tumori. Dice anche che non è ancora chiaro quali siano le dosi efficaci e rimanda ad una posizione ufficiale dell'OMS che prescrive 5-10 grammi al giorno (1 spicchio più o meno). Nella stessa pagina è riportata una ricca bibliografia scientifica sull'argomento.
Riporto di seguito un elenco di alcuni articoli selezionati sugli effetti benefici dell'aglio nella prevenzione dei tumori, pubblicati su riviste mediche scientifiche ed accompagnati da un breve sintesi del contenuto.
- Raw garlic consumption as a protective factor for lung cancer,..., Cancer Prev. Res. (Phila), July 2013. In questo lavoro viene studiata la correlazione statistica tra il consumo di aglio ( aglio grezzo almeno due volte alla settimana) e l'incidenza di tumori del polmone in un campione di alcune migliaia di individui della popolazione cinese e viene rilevata un'associazione inversa tra il consumo di aglio e il tumore al polmone: i consumatori di aglio hanno il 44% di probabilità in meno di ammalarsi. L'associazione positiva, sebbene attenuata, rimane valida anche per i fumatori.
- Garlic and cancer: a critical review of the epidemiologic literature,..., J. Nutr., March 2001 vol. 131 no. 3. In questo studio, ormai datato, vengono analizzati i risultati di 19 articolari pubblicati nella letteratura medico scientifica dal 1966 al 1998 a riguardo della correlazione tra consumo di aglio e vari tipi di tumore. I risultati sono variamente positivi per i consumatori di aglio rispetto ai non consumatori a consumatori + deboli: 1) sensibile riduzione dei tumori allo stomaco (10-60 % in meno nei vari studi), 2) sensibile riduzione dei tumori gastrici (dal 10 al 60%), 3) sensibile riduzione di altri tipi di tumori. E' da osservare che in alcuni degli studi analizzati è stato considerato anche l'effetto degli integratori a base d'aglio senza riscontrare i benefici del consumo di aglio grezzo, crudo o cotto.
- Allium vegetables and risk of prostate cancer,..., Asian Pac. J. Cancer Prev., 14 (7), 2013. Studio condotto su un campione di 132.129 soggetti che rileva una riduzione del rischio di cancro alla prostata del 23% per i consumatori di aglio ed una riduzione del 16 % per i consumatori di cipolla.
Aglio ed ipertensione arteriosa
Che il consumo regolare di aglio contribuisca a ridurre la pressione arteriosa negli ipertesi pare sia una certezza nella comunità scientifica e l'unica questione dibattuta è semmai la quantificazione di tale riduzione. Uno studio recente basato su una sperimentazione clinica ( e quindi con pazienti controllati) riporta che il consumo di aglio, cotto o crudo, abbassa in media la pressione sistolica di 10 mm Hg e la diastolica di 9 mm Hg rispetto alla somministrazione di un placebo. I risultati sono in linea con una meta-analisi pubblicata nel 2008 che include i risultati di 11 diversi lavori, in cui si rileva una riduzione media della pressione sistolica di 8.6 mm Hg nei pazienti ipertesi, ed una riduzione minore nei normotesi. Non si tratta di effetti straodinari, ma nemmeno trascurabili e sicuramente efficaci nei pazienti borderline. Una bella dosa di aglio giornaliera accompagnata da un discreta riduzione del peso corporeo potrebbero essere utili a molti.
Conclusioni
Considerati i discreti ed accertati effetti protettivi che il consumo di aglio ha su diversi tipi di tumore, e il sensibile effetto di diminuzione della pressione arteriosa, legata alle malattie cardio-vascolari, mi sembra di poter concludere che i consumatori di aglio in media abbiano una speranza di vita maggiore dei non consumatori. Per essere certi bisognerebbe capire però se gli effetti collaterali del consumo di aglio, ovvero il cattivo odore, non prevalgano sugli effetti benefici. Per capirci: potrebbe anche essere che il forte consumatore di aglio sia una persona evitata dagli altri e quindi sola e quindi triste e la tristezza, si sà, fa male alla salute!
Ultimo aggiornamento: ieri, senza dirlo a nessuno, a pranzo mi sono mangiato mezzo spicchio di aglio crudo. Verso sera mio figlio mi ha chiesto aiuto per un problema di matematica e mentre glielo spiegavo notavo che mi ascoltava girato dall'altra parte. Al che gli ho chiesto se per caso mi puzzava l'alito e lui mi ha detto che avevo l'alitosi, un odore insopportabile. Come se non bastasse, durante la notte ho ricevuto diverse pedate da mia moglie quando mi giravo verso di lei. Ed infine ho passato la giornata di oggi parlando con la gente ad 1 metro abbondante di distanza.
RispondiEliminaalla grande continua così domani 2 spicchi
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